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E101 RIBOFLAVINA

E101(i)  RIBOFLAVINA

CLASSIFICAZIONI

Reg.1333/2008 →  colorante gruppo II

Natcol → Categoria N1

DEFINIZIONE DA REG.UE N. 231/2012 (REQUISITI DI PUREZZA)

Come si può notare dallo stralcio sotto, di fatto sul Reg.UE n.231/2012, la Riboflavina non viene descritta, così per la sua descrizione prendiamo spunto da altre pubblicazioni.

Tenore: contenuto non inferiore a 98 % su base anidra.

DESCRIZIONE

La riboflavina è un pigmento giallo del gruppo delle vitamine B, si trova nelle cellule vegetali e animali. E’ un pigmento presente  in quantità minime nelle cellule e nei prodotti sia vegetali che animali, ad esempio latte, uova, malto d’orzo, verdure a foglia e lievito. La riboflavina oltre ad essere utilizzata come additivo colorante, trova applicazione anche come nutriente essenziale (Vitamina B2).  

È una polvere igroscopica cristallina da gialla ad arancione con un leggero odore, solubile in acqua e insolubile in etanolo

Riboflavina

PROCESSO DI PRODUZIONE

La riboflavina può essere sintetizzata chimicamente o prodotta utilizzando microrganismi.

 

SINTESI CHIMICA

Il processo di reazione chimica inizia con il D-ribosio che reagisce con la 3,4-xilidina nel metanolo. Quando il ribosio è idrogenato, viene costruita l’ammina secondaria N-(3,4-dimetilfenil)-D-1′-ribamina. In una fase successiva della sintesi, quando la riboflavina è prodotta dalla ciclocondensazione di N-(2-fenilazo-4,5-dimetilfenil)-D-1 -ribamina con acido barbiturico, l’anilina viene eliminata e può essere trovata come traccia nella riboflavina sintetizzata chimicamente. Il gruppo di esperti scientifici scrive sulla pubblicazione della rianalisi che ha osservato che la sintesi chimica non viene più utilizzata.

 

FERMENTAZIONE

La riboflavina può essere ottenuta mediante fermentazione controllata utilizzando un ceppo geneticamente modificato di  Bacillus subtilis. Si tratta di un batterio Gram-positivo che produce riboflavina come metabolita secondario. La fermentazione viene fermata inattivando i microrganismi attraverso il riscaldamento. La riboflavina viene isolata raffreddando la soluzione seguita da filtrazione e lavaggio. La purificazione è un’operazione continua che consiste in filtrazione, cristallizzazione e isolamento.

Inoltre, secondo i produttori, la riboflavina può essere prodotta anche mediante la fermentazione utilizzando il fungo Ashbya gossypii. Quando coltivati in un brodo di coltura sterile, i microrganismi usano l’olio vegetale come terreno di coltura per sintetizzare la riboflavina. Dopo la fermentazione, il microrganismo viene inattivato dal riscaldamento. La riboflavina viene isolata nella fase successiva e il prodotto grezzo viene infine purificato per dare il prodotto finale.

STABILITA'

La riboflavina è stabile al calore se protetta dalla luce e dall’umidità, mentre si degrada rapidamente in soluzioni alcaline e in presenza di luce e ossigeno (a lumiflavina*). L’esposizione alla luce in soluzioni neutre o acide produce lumicromo**, per scissione della catena laterale (D-ribitolo) della riboflavina. La stabilità della riboflavina è influenzata dall’ossigeno, da altri componenti come solfati metallici o chelati di amminoacidi e dall’attività dell’acqua.

* flavina tossica C13H12N4O2 , prodotta per fotolisi della vitamina B2.

**Composto chimico, C12H10N4O2, con luminescenza blu; si forma dalla lattoflavina per irradiazione ultravioletta in soluzione acida.

E101(ii)  RIBOFLAVINA-5’-FOSFATO

CLASSIFICAZIONI

Reg.1333/2008 →  colorante gruppo II

Natcol → Categoria N2

La molecola di riboflavina 5′ fosfato è classificata N2, perchè nonostante sia prodotta dalla fermentazione; la fosforilazione della riboflavina viene ottenuta da un processo chimico dopo la fermentazione.

DEFINIZIONE DA REG.UE N. 231/2012 (REQUISITI DI PUREZZA)

Anche in questo caso il Regolamento, non c’è di molto aiuto

Contenuto totale di sostanze coloranti calcolate come C17H20N4NaO9P.2H2O non inferiore al 95 %

La riboflavina-5′-fosfato sodico è prodotta dalla fosforilazione del materiale di partenza riboflavina con ossicloruro fosforoso.

Riboflavina-5′-fosfato

La riboflavina-5′-fosfato In forma pura, è una polvere cristallina giallo-arancio,  è più solubile in acqua, ha un sapore meno amaro, ma è più instabile alla luce rispetto alla Riboflavina (i).  

STABILITA'

Le soluzioni neutre e acide di riboflavina 5′-fosfato sodico sono relativamente stabili se si evita loro l’esposizione alla luce, mentre in condizioni alcaline si verifica la decomposizione, che viene accelerata dalla luce. La riboflavina ha dimostrato di essere estremamente stabile in assenza di luce, anche a temperature elevate

APPLICAZIONI

Per scopi coloranti, la riboflavina è limitata principalmente a cereali, prodotti lattiero-caseari e compresse rivestite di zucchero. Confetti, pasticceria fine, gelati e ghiaccioli, dessert, yoghurt, latti aromatizzati, salse.

A seguito di una richiesta della Commissione europea, l’EFSA è stato invitato a fornire un parere scientifico che riesaminasse la sicurezza della riboflavina (E 101(i)) e della riboflavina-5′-fosfato sodico (E 101(ii)) quando utilizzati come additivi alimentari.Le riboflavine (E 101) sono autorizzate come additivi alimentari nell’Unione europea (UE) conformemente all’allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008 ed erano state precedentemente valutate dal comitato misto FAO/OMS di esperti sugli additivi alimentari (JECFA). Nel 2013

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