Piattaforma Tecnico Informativa B2B
Ci trovi al 351 – 3779980
oppure se lo preferisci, mandaci una email
a info@allinfood.it o con
In modo semplicistico, possiamo dire che il colorante funziona come un filtro perchè a seconda della sua struttura chimica ASSORBE alcune lunghezza d’onda, e ne RIEMETTE altre che arrivando ai nostri occhi, il nostro sistema visivo rielabora come colore.
Abbiamo già visto che le radiazioni elettromagnetiche trasportano una quantità di energia ben definita che dipende dalla loro lunghezza d’onda;
L’Assorbimento delle λ della regione del visibile (ma anche le λ del vicino UV) avviene quando la loro energia associata è in grado di provocare delle Transizioni Energetiche negli elettroni esterni (elettroni di valenza) della molecola del colore. Quando un fotone colpisce un colorante, se la sua energia è uguale alla differenza di energia tra i due livelli energetici (stato fondamentale e stato eccitato*) l’elettrone si sposta sul livello di energia più elevato assorbendo l’energia del fotone.
* lo stato fondamentale è uno stato in cui gli elettroni di un sistema si trovano nei livelli di energia più bassi possibili mentre lo stato eccitato è qualsiasi stato del sistema che ha un’energia più alta dello stato fondamentale.
Lo stato eccitato, a causa della sua alta energia è molto instabile, e la sua durata molto breve. Gli elettroni di un sistema (un atomo, una molecola o uno ione) tendono sempre a tornare al loro stato fondamentale e a un livello di energia più basso possibile. Questo ritorno ai livelli energetici inferiori, provoca l’Emissione di parte dell’energia precedentemente assorbita. Se questa energia risulta associata alle λ del range del visibile (tra 390 e 760 nm) e arriva ai nostri occhi percepiremo un colore.
Nella luce visibile, essendo formata da un range di lunghezza d’onda (da 390 a 760nm), sono presenti fotoni che trasportano quantità diverse di energia. Siccome gli elettroni vengono eccitati solo da esatte quantità di energia (quella necessaria per la loro transizione), ogni colorante a seconda della sua struttura assorbe SOLO un determinato range di lunghezze d’onda.
Gli atomi risultano energeticamente più stabili quando presentano l’ultimo livello elettronico completo (regola dell’ottetto). Pertanto gli atomi dei vari elementi si legano tra loro cedendo, acquistando o mettendo in comune gli elettroni di valenza, così da arrivare al loro stato più stabile. Gli elettroni di valenza che sono i più esterni della molecola, si trovano coinvolti in differenti tipologie di legame; possono essere coinvolti in legami singoli, doppi, o tripli e in base a questo necessitare di diverse quantità di energia per la loro transizione energetica.
Le lunghezze d’onda assorbite dipendono dal gap di energia coinvolto nella transizione. Per esempio le molecole con legami singoli assorbono lunghezze d’onda che cadono nel campo dell’U.V., cioè quelle associate a lunghezze d’onda più corte perchè la transizione richiede più energia.
Viene definito cromoforo quella parte della molecola colorante che è in grado di assorbire lunghezze d’onda del campo del visibile e dell’ultravioletto e di emetterne altre del visibile che il nostro sistema visivo percepisce come colore. A tal proposito, i cromofori sono portatori di vari elettroni che, una volta stimolati dall’energia della luce visibile, riflettono la gamma dei colori.
Più specificamente, i cromofori sono gruppi funzionali, legami chimici o sistemi di legame, in grado di emettere una data banda spettrale a seguito di una transizione elettronica.
I gruppi funzionali e i legami chimici caratteristici dei coloranti, sono, i doppi e i tripli legami e i sistemi di risonanza, , in particolare :
o ancora i gruppi insaturi, gli idrocarburi alifatici insaturi, gli anelli aromatici, i sistemi polienici ecc., e la specifica quantità di energia necessaria ad ogni sistema colorante, per assorbire ed emettere colore, dipende:
⊃ dalla struttura chimica del Cromoforo
⊃ dalla struttura dell’intera molecola colorante
⊃ dalle condizioni dell’ambiente circostante (pH, polarità del solvente, ecc.),
cioè da tutti quei fattori che possono influenzare la configurazione elettronica esterna della molecola.
Nella figura sotto, alcuni gruppi cromofori.
sono costituiti da un metallo (generalmente uno ione metallico) di transizione coordinato (legato) da uno o più “leganti” (molecole polari o anioni). Esempi tipicI di complessi metallici li si trovano nelle molecole delle clorofille magnesiache e rameiche.
I legami coniugati sono doppi legami intervallati da un legame singolo. Se in una molecola sono presenti doppi legami coniugati, si verifica una delocalizzazione elettronica con conseguente diminuzione energetica tra un livello e l’altro; per effettuare transizioni occorreranno quindi radiazioni di minor energia. Nei legami coniugati, gli elettroni saltano tra livelli di energia in orbitali più estesi dove, maggiore è il numero dei doppi legami coniugati minore è l’energia richiesta per la transizione dei suoi elettroni. L’esempio più tipico di legami coniugati è la lunga catena polienica (fitoene) presente nei carotenoidi.
Il sistema di doppio legame coniugato è fondamentale per il colore dei carotenoidi; sono necessari almeno 7 doppi legami coniugati affinché un carotenoide abbia un colore percettibile, e il colore aumenta all’aumentare del sistema coniugato, quindi, più il sistema coniugato è esteso tanto più il suo assorbimento si sposta verso lunghezze d’onda più alte. In altre parole, aumentando la lunghezza della coniugazione, cioè estendendo il sistema coniugato con legami multipli insaturi (doppi legami tra gli atomi di carbonio C=C) il colore riflesso si sposta dal giallo al rosso. Per esempio i carotenoidi fitoene e fitofluene con rispettivamente 3 e 5 doppi legami coniugati sono incolori; il ζ-carotene, con 7 doppi legami coniugati, è giallo chiaro, mentre il licopene, con 11 doppi legami coniugati, è rosso.
Nei cromofori, l’eccitazione degli elettroni è resa ancora più facile sia dalla presenza di anelli aromatici che causano una maggiore delocalizzazione degli elettroni, sia per la presenza di particolari gruppi funzionali chiamati AUXOCROMI, che attaccati al cromoforo sono in grado di modificare la capacità di assorbire la luce, alterando sia la lunghezza d’onda sia l’intensità dell’assorbimento. Un auxocromo da solo non può produrre colore, ma insieme a un cromoforo ha la capacità di intensificarne il colore. In natura, gli auxocromi più comuni sono i gruppi ossidrile (-OH), gruppo aldeidico (-CHO), e il gruppo amminico (-NH2).
Le molecole dei coloranti, la loro struttura e i loro legami chimici non sono statici, ma vanno incontro a una varietà di conformazioni che vanno a modificare le loro caratteristiche di assorbimento e di trasmissione del colore. Nella pratica questo lo si nota p.e. negli antociani quando cambiano tonalità in base al pH, nella curcumina quando la sua tonalità diventa più brillante a pH acidi, ma anche durante la degradazione di tutti i coloranti a seguito per esempio di trattamenti termici.
Adesso che sappiamo qualcosa in più su come i coloranti filtrano alcune lunghezze d’onda, mentre ne emettono altre, una domanda parrebbe spontanea. Ma esiste una correlazione tra la luce assorbita e quella riflessa? O in modo più semplice se un colorante ci appare verde, quali lunghezza d’onda deve assorbire e riflettere per apparirci tale?
No vabbè, ma non ci bastava la bellissima raffigurazione che abbiamo visto all’inizio? La rimetto sotto.
Vogliamo farci proprio del male, vero?
Scusa non volevo spaventarti, ma per capirlo, o meglio per avvicinarci a capirlo dobbiamo parlare della Sintesi Additiva e della Sintesi Sottrattiva, dei colori luce e dei colori pigmento che personalmente trovo che siano una sorta di rompicapo. Ma probabilmente è solo un mio limite personale.
Abbi pietà, perchè se per me è stato così difficile da comprendere, immagina quanto sia stato difficile rielabolarlo e spiegarlo, spero solo che ti possa aiutare.
Trovi la risposta (forse), nel prossimo articolo.
Tutti gli Articoli sulle Basi del Colore