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LE 3 CARATTERISTICHE

del Colore

Nell’articolo precedente,  abbiamo visto che la sintesi additiva si pone lo scopo di ottenere con solo tre colori primari, tutti gli altri che siamo in grado di percepire, ma noi con tutti gli abbinamenti fatti ne abbiamo ottenuti solo 6 ! certo, ma semplicemente perché fino ad ora ci siamo focalizzati solo su una caratteristica del colore, la sua tonalità, il suo tono. Nella mescolanza dei colori sono importantissimi altri due attributi : la  SATURAZIONE (saturation) e la  LUMINOSITA’ o brillanza (brightness); è solo abbinando alla tonalità anche queste 2 caratteristiche del colore, che la mescolanza dei tre colori primari possono sviluppare tantissimi altri colori.

La gamma di tonalità di colori che percepiamo e che ci circondano quotidianamente è ampissima, questo, nonostante noi possiamo considerarci quasi ciechi di fronte alla totalità delle lunghezze d’onda che compongono l’intero spettro elettromagnetico. Ma se partissimo da 390 nm e  osservassimo il crescere progressivo delle lunghezze d’onda fino a 760nm, che rappresenta la piccolissima parte che noi siamo in grado di vedere (spettro visibile) saremmo in grado di distinguere circa 150 tonalità differenti, anche se, da calcoli teorici, esistono e noi saremmo in grado di discriminarne circa 7 milioni e mezzo! 

TONALITA’

Di tonalità o della tinta, ne abbiamo parlato abbondantemente, ed è quello che genericamente chiamiamo «colore». “Tonalità e tinta” sono termini utilizzati nel mondo del colore per classificare il colore rosso, il colore giallo, dove il termine corretto sarebbe tonalità rossa e tonalità gialla, caratteristica che come ormai sappiamo, dipende dalle lunghezze  d’onda assorbite ed emesse da un colorante.

SATURAZIONE

La saturazione di un colore descrive, il suo grado di purezza, ossia il suo grado di monocromaticità. Per capire subito di cosa stiamo parlando, guardiamo la figura sotto.

 

Osservando il verde saturo dallo spettro, vediamo che anche lui non è monocromatico, ma lo percepiamo comunque brillante, ma solo perchè non contiene nessuna lunghezza d’onda del suo complementare ROSSO. Mentre se guardiamo il verde poco saturo dallo spettro, è evidente che contiene anche le lunghezze d’onda del rosso (base del picco allargata).

Dallo spettro risulta evidente, che più il colore è saturo, più le lunghezze d’onda che lo compongono sono in un range ristretto (picco ristretto); al contrario più il range si allarga e più il colore è “inquinato” da altre lunghezze d’onda, e più si abbassa il suo livello di saturazione.

Più una tonalità è satura, più il colore è puro e brillante, meno è satura più il colore è spento e tendente al grigio. In altre parole, nella nostra percezione visiva più la tonalità è definita, più è satura, mentre più il colore perde di identità e ricorda il grigio, più la sua tonalità è poco satura. Nella massima saturazione non vi sono tracce di grigio, nell’assenza di saturazione predomina il grigio. Ma perché proprio il grigio ?

Per dare una spiegazione dobbiamo affidarci alla sintesi sottrattiva dei colori pigmento, ma applicarla al sistema RYB* con un eccezione, prendere in considerazione il sistema RYB (Red, Yellow, Blu) che è quello più tradizionale, quello artistico tanto per intenderci. Ogni colore miscelato con il suo complementare (che sappiamo non avere nessuna lunghezza in comune) porta gradatamente al nero. Il colore complementare non fa altro che sottrarre altre lunghezze d’onda alla luce bianca.

 

Nelle scale di saturazione, due colori complementari sono posti uno di fronte all’altro con il grigio neutro (acromatico) che occupa il centro. Più i colori sono posizionati alle due estremità, più sono puri cioè contengono meno del loro complementare, più sono definiti e brillanti, invece più si avvicinano al centro, quindi mano a mano che i colori si fondono insieme, che equivale a miscelarli insieme a varie percentuali, più si avvicinano progressivamente al grigio, dove si nota che diventando meno puri, il colore tende ad essere meno definito e meno brillante, cioè perdono in saturazione.

Se si vuole rendere qualsiasi colore meno brillante,
basta aggiungere un pò del suo complementare. Più ne mettiamo e
più il colore tenderà al grigio.

*Per spiegare la teoria sottrattiva abbiamo usato il CMY anche se in realtà a livello pratico si distinguono  3 sistemi: 

1. quello più  tradizionale usato nella pittura, dove i colori considerati “primari”  sono il ROSSO, il GIALLO e il BLU (RYB)

2.  quello più moderno usato nella stampa a colori, dove i suoi primari sono  il CIANO, il MAGENTA e il GIALLO (CMY).

3.  quello ancora successivo usato nella stampa in quadricromia (CMYK

LUMINOSITA'

La luminosità di un colore, che non è da confondere con la brillantezza, descrive la sua luminosità relativa; cioè, la sua intensità luminosa (ad esempio, rosso chiaro rispetto al rosso scuro). La luminosità, può essere pensata come la regolazione del livello di luce con un interruttore variabile! Stesso colore, solo più chiaro o più scuro all’interno della stessa tonalità e saturazione comuni. Mentre la tonalità e la saturazione sono componenti cromatiche (componenti colorate), la luminosità è una componente acromatica, perché è in relazione alla quantità di bianco o di nero viene percepito nel colore.

Spesso i nostri occhi percepiscono una diversa tonalità, ma questo solo perché la confondiamo con caratteristiche che dipendono invece dalla saturazione e dalla luminosità di un colore. Come mostrato dall’immagine, nonostante la tonalità sia la medesima (viola), al cambiamento di saturazione e luminosità, quello che vediamo sono colori diversi. Dove la saturazione è minima (sulla sinistra) il colore è indefinito, mentre quando aumenta la saturazione (vs. destra) il colore appare più definito e brillante. Allo stesso modo, la luminosità aumenta verso l’alto e diminuisce verso il basso.

Per esempio, per quello che abitualmente chiamiamo colore “rosa”, si potrebbe pensare che sia una tonalità vera e propria, in realtà è una tonalità magenta con alta luminosità, cioè con tanto bianco.

 

Tinta, luminosità e saturazione, nei primi del Novecento, vennero utilizzati da Munsell per creare un solido tridimensionale che, a partire dagli anni Trenta, cominciò a essere adottato come standard per la misura del colore, Munsell Color System.

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